COVID-19 ED INDENNIZZO AGLI EMOTRASFUSI

24.03.2020

La strada che i soggetti contagiati da epatite e da HIV debbono percorrere per ottenere l'indennizzo previsto dalla legge 210/1992 è sempre stata lunga e difficile, negli ultimi anni lo è ancora di più. L'iter da percorrere prevede domanda alla Asl territorialmente competente, valutazione della CMO (commissione medica ospedaliera) finalizzata ad accertare danno, tempestività della domanda e nesso di causalità. In caso di esito negativo, ricorso avverso il verbale della CMO da proporre direttamente al Ministero della Salute ed in caso di mancato accoglimento, necessità di rivolgersi al Tribunale.

Ebbene, l'eventuale sentenza di accertamento del diritto ad ottenere l'indennizzo non è ancora un punto di arrivo. Secondo la mia esperienza, la sentenza, anche se passata in giudicato, non viene pagata, perlomeno non subito. L'emotrasfuso sarà infatti costretto a rivolgersi al Tar per ottenere l'ottemperanza, ossia l'esecuzione concreta della sentenza.

Ed arriviamo ai tempi del COVID-19. Il Commissario ad acta nominato dal Tar per eseguire la sentenza, di solito un funzionario del Ministero della Salute stesso, rispetterà il termine assegnato dal Tar oppure a causa dell'emergenza sanitaria dovuta al COVID-19, non provvederà nei tempi prescritti?

A breve scadrà il termine assegnato al commissario ad acta nominato in una delle sentenze più recenti che ho ottenuto in favore di un emotrasfuso ed ho posto questo quesito ai soggetti interessati. Ad oggi nessuna risposta. Mi auguro che l'emergenza sanitaria non vada a ritardare ancora di più l'erogazione di misure assistenziali che in un momento tanto difficile debbono essere garantite agli aventi diritto ossia a soggetti più deboli di altri che lo Stato non può dimenticare.